martedì 8 aprile 2014

I nostri cari, aterosclerotici antenati...

Che il mondo dei nostri antenati non fosse proprio un’isola felice lo sospettavamo un po' tutti. Guerre, scorrerie, parassiti, infezioni batteriche e virali contribuivano, infatti, a mantenere bassa l’età media di morte delle popolazioni del passato, ma l’idea che alcune patologie - apparentemente legate allo stile di vita del mondo moderno - fossero loro risparmiate è sempre stata una sorta di “pensiero diffuso”, anche nel mondo degli archeologi.
Le ricerche paleopatologie, tuttavia, hanno progressivamente smontato anche questa errata opinione. Anche se certi radicati, quanto improbabili, assunti sono duri a morire (ho sentito con le mie orecchie affermare che “le carie nella preistoria erano rare perché il consumo di zuccheri era quasi nullo”, e non si trattava di uno studente), l’esame dei resti umani da parte degli specialisti ha dimostrato che patologie che, di solito, mettiamo in relazione con fattori reputati “moderni” come l’inquinamento dell’aria o il fumo hanno, in realtà, origini molto più antiche di quanto non si pensi.
Non deve quindi apparire sorprendente la scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università di Durham che ha riscontrato la presenza di individui affetti, già 3000 anni fa, da aterosclerosi ad Amara West in Sudan. Gli scheletri esaminati presentavano, infatti, tracce delle minuscole e sottili placche calcificate che rivestono le arterie degli individui affetti da questa patologia, placche che, progressivamente, ostruiscono il lume arterioso causando anche trombosi e infarti. Gli scheletri esaminati sono correlabili ad individui di vario status sociale e morti ad un’età compresa tra i 35 e i 50 anni, quindi relativamente elevata per l’epoca.
La bioarcheologa Michaela Bender e la paleopatologa Charlotte Roberts hanno sottolineato l’importanza del rinvenimento che si aggiunge a quello di un individuo che presentava metastasi tumorali proveniente dalla stessa area e risalente al 1200 a.C. circa, soprattutto perché è molto difficile trovarne le prove su uno scheletro umano. 
Se è vero che fumo, obesità e stress sono tra i fattori che contribuiscono all’insorgere della patologia, è anche vero che fattori altrettanto nocivi erano presenti nella vita quotidiana della comunità di agricoltori che popolava quest’area situata a circa 750 Km a Nord di Karthoum. Ad esempio l’esposizione prolungata al fumo generato dalla cottura dei cibi, ma anche dalla produzione di manufatti fittili e dai forni per la metallurgia, può essere stata una delle cause che ha contribuito allo sviluppo dell’aterosclerosi in questi individui.
Non si tratta, però, della prima attestazione di aterosclerosi in popolazioni così antiche. Uno studio, pubblicato sulla rivista medica Lancet, condotto su 137 corpi mummificati risalenti a varie epoche. provenienti da Egitto, Perù e Alaska aveva già dimostrato, attraverso una serie di tomografie, che un terzo circa degli individui esaminati soffriva di occlusione delle arterie dovuti a depositi calcificati.
Un breve video, pubblicato su YouTube, relativo a quest'ultima ricerca, è visionabile all'hurl https://www.youtube.com/watch?v=QGsgXkmhmzk.






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